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Smartphone in classe

Smartphone in classe

Smartphone in classe. Passato l’iniziale entusiasmo, prendono corpo le numerose criticità non prive di fondamento scientifico.
‘Smartphone in classe? Danni alla concentrazione’. Intervista a Paola Vinciguerra (psicoterapeuta)

di Raffaele Barberio

Intervista a Paola Vinciguerra (psicoterapeuta): ‘usarli oltre le 6 ore al giorno influisce negativamente sulla concentrazione e genera disturbi fisici’. L’uso dei device personali per ‘uso didattico’ è un’iniziativa annunciata dal ministero dell’Istruzione, alle prese, in questi giorni, con una circolare per sdoganare lo smartphone in classe.

Mi confonde aver notato come nella Commissione insediata dalla ministra Valeria Fedeli, che doveva decidere sull’appropriatezza dell’uso degli smartphone in classe, non fossero stati invitati a contribuire nella decisione esperti con competenze sullo sviluppo cerebrale e psicologico dell’essere umano. Non mi pare di aver individuato nella Commissione neurologi, psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, e specialisti dell’età evolutiva. Come è possibile prendere decisioni di così grave rilevanza senza tenere in considerazione quale potrebbe essere l’impatto della decisione stressa sullo sviluppo cerebrale e di personalità dell’individuo? Come non si sia considerato questo come primo requisito rispetto alla decisione?”

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Il Web per amico

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UN USO RESPONSABILE DELLA RETE: MANUALE PER GENITORI
Poliziadistato

Internet, come sappiamo, è uno strumento sempre più utilizzato dai giovani perché rappresenta una straordinaria opportunità di informazione, apprendimento, svago e comunicazione che li supporta nello svolgimento delle attività quotidiane, dallo studio all’entertainment. Come ogni mezzo, oltre ai vantaggi, ha anche dei difetti: violenza, razzismo, pornografia, pedofili in agguato dietro chat, forum apparentemente innocui o linee telefoniche a pagamento celate dietro siti Web.
È necessario che i genitori ne sappiano di più sui meccanismi di Internet e sulla attrattiva che esercita sugli adolescenti. Così come i genitori scelgono i libri che compongono la biblioteca dei propri figli, approvano i contenuti che ritengono idonei per loro, ugualmente è giusto fare per Internet: visitare i siti, valutarne i contenuti e successivamente consentire ai ragazzi l’esplorazione. I genitori, confrontandosi con questa nuova tecnologia, possono dare indicazioni ai propri figli dei pericoli potenziali che si nascondono in Rete. È necessario parlare con franchezza ai ragazzi e lo si può fare solo se coscienti del funzionamento.
Così come ognuno dà ai propri figli delle regole su come dovrebbero comportarsi con gli estranei; su quali spettacoli televisivi, film e video guardare; in quali negozi entrare; quanto lontano da casa andare; allo stesso modo è importante stabilire regole per l’uso di Internet. Occorrerà anche assicurarsi che esplorare il Web non prenda il posto dei compiti, delle attività sociali o di altri importanti interessi.

Regole per un’esplorazione sicura
Proprio come dite ai vostri figli di essere diffidenti verso gli estranei che incontrano, dovete dir loro di essere prudenti con gli estranei in cui si imbattono in Internet.
È importante insegnare ai figli alcune regole base per un uso sicuro di Internet. Mai dare informazioni personali, quali nome, indirizzo, numero di telefono, età, razza, entrate familiari, nome e località della scuola, o nome degli amici. Mai usare una carta di credito on line senza il vostro permesso. Mai condividere le password, neanche con gli amici. Mai accettare un incontro di persona con qualcuno conosciuto on line. 

 

 

 

Mai rispondere a un messaggio che faccia sentire confusi o a disagio. Meglio ignorare il mittente, terminare la comunicazione e riferire quanto accaduto immediatamente a voi o a un altro adulto di cui si fidano. Mai usare un linguaggio offensivo o mandare messaggi volgari on line.
Se vostro figlio si imbatte in una brutta esperienza e viene a riferirvelo, lodatelo e ditegli che ha fatto la cosa giusta. Ricordatevi che i bambini hanno spesso la convinzione che sia colpa loro se qualcuno usa un linguaggio osceno o fa loro delle avances. Dite subito che non siete in collerae che non è assolutamente colpa loro. Ricordate ai vostri figli che non siamo circondati da persone cattive, ma che su Internet ci sono alcune persone che fanno cose sbagliate e che è fondamentale stare attenti, proprio come starebbero attenti se un estraneo li chiamasse al telefono, suonasse alla porta o li fermasse per strada.

Prosegue con:
UN USO RESPONSABILE DELLA RETE: MANUALE PER GENITORI pag. 6 Regole per un’esplorazione sicura pag. 7
Segnali d’allarme nei ragazzi pag. 9
Strategie da usare con i ragazzi Internet-dipendenti pag. 10
LA RETE pag. 12
Esplorare Internet Cosa si intende per esplorazione? Regole per un’esplorazione sicura? pag. 13
La posta elettronica pag. 14
Cos’è la posta elettronica? Cosa bisogna sapere per farne un buon uso? La chat Cos’è la chat? Come si usa la chat? pag. 15
Il blog Cos’è un blog? Cosa bisogna sapere? I giochi on line pag. 16
Cosa sono i giochi on line? Come si usano? Cosa bisogna sapere?
I CYBERBULLI pag. 17
Chi sono i cyberbulli? Suggerimenti per affrontare i cyberbulli
I CYBERPEDOFILI pag. 18
Chi è il cyberpedofilo? Suggerimenti da dare ai propri figli su come affrontare i cyberpedofili
BIBLIOGRAFIA pag. 19
APPENDICE pag. 20 La connessione a Internet Strumenti per la sicurezza e la protezione dei minori Strumenti per la sicurezza della Rete

Leggi il resto del documento.

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Orientamenti per l’apprendimento della filosofia

Orientamenti per l’apprendimento della filosofia

Orientamenti per l’apprendimento della Filosofia nella società della conoscenza.
MIUR
Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Presentati il documento sugli orientamenti per l’apprendimento della filosofia e una proposta di Sillabo di filosofia per competenze.
1 . Verso il rinnovamento metodologico

Le profonde trasformazioni avvenute negli ultimi decenni e le sfide poste dal complesso scenario della contemporaneità a livello internazionale e nazionale in termini di globalizzazione e migrazione, ridefinizione del capitale e del lavoro, rivoluzione tecnologica e informatica, stanno determinando un radicale cambiamento delle strutture economiche, sociali, politiche e culturali nei paesi occidentali. Da tempo la richiesta di competenze e professioni sempre più qualificate e innovative per tutti, in età scolare e lungo tutto l’arco della vita, avanzata dalla società della conoscenza, nonché la necessità di garantire a ciascuno il diritto allo studio e il successo formativo, posta dalla società democratica, stanno ridefinendo il ruolo del sapere e dell’educazione anche nel nostro paese. La recente Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione del 2015 opportunamente richiama tale scenario e indica in modo incisivo il compito dell’istruzione e la natura della funzione educativa per realizzare una scuola aperta, equa e inclusiva, in grado di rendere tutti gli studenti protagonisti della costruzione del proprio percorso di conoscenza oltre che cittadini autonomi e consapevoli.
Appare evidente che le finalità formative dettate al sistema scolastico nazionale dall’attuale impulso normativo rappresentano l’ambito di riflessione affinché ciascun professionista dell’educazione si interroghi sull’apporto che può dare alla realizzazione di un apprendimento focalizzato sull’attivazione di capacità e abilità tali da promuovere la partecipazione democratica e l’autonomia lavorativa della persona.

Per certi versi, la filosofia sembra sollecitata, forse più di altre discipline, a intraprendere tale riflessione, perché porta nella propria storia e nella rilevanza delle proprie dottrine il segno profondo della continuità tra sapere e agire. Non a caso da più parti si sottolinea la sua importanza nella formazione del capitale umano, culturale e sociale per il contributo ad alimentare libertà di pensiero, autonomia di giudizio, forza dell’immaginazione, e a sviluppare intelligenze flessibili, aperte, creative, indispensabili per orientarsi nel mondo.
In più, nella dimensione di internazionalizzazione dell’istruzione, l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta dalle Nazioni Unite nel 2015, col suo programma di azione per le persone e il pianeta teso a rafforzare la pace e la libertà, a combattere la povertà e la discriminazione, a realizzare pienamente i diritti umani di tutti, l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze, rappresenta un’ulteriore spinta a promuovere lo studio e la pratica della filosofia nellaformazione dei giovani e lungo tutto l’arco della vita.

Prosegue con:
Capitolo 2 Pensiero critico e dialogo
Capitolo 3 Filosofia e didattica per competenze
Capitolo 4 Filosofia e didattica integrata
Capitolo 5 L’apprendimento della filosofia nell’istruzione tecnica e professionale
Capitolo 6 Philosophy across the curriculum with CLIL
Capitolo 7 Le risorse di apprendimento: i nuovi strumenti e l’idea di un lessico
filosofico a costruzione cooperativa
Capitolo 8 Capacità critica e prove di esame
Capitolo 9 Filosofia, alternanza scuola lavoro, orientamento
Capitolo 10 La formazione dei docenti di filosofia nel quadro del rinnovamento

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Contratto scuola 2

Contratto scuola 2

Più poteri ai dirigenti scolastici? Vincolo triennale della mobilità? Addio bonus 500 euro?
Contratto scuola: “Ecco cosa serve per chiudere subito. I fondi della legge 107/15 nello stipendio”.
Circolano informazioni di ogni tipo sul rinnovo del CCNL istruzione e ricerca nel settore scuola. Sembra che si discuta di un aumento dell’orario di lavoro e incarichi aggiuntivi non retribuiti. A che punto è la trattativa?

da FLC CGIL – Di Lucio Ficara

La trattativa per il rinnovo del contratto scuola è ferma con le parti distanti da un accordo soddisfacente. A La Tecnica della Scuola parla il segretario nazionale della FLC CGIL, Francesco Sinopoli.

Circolano informazioni di ogni tipo sul rinnovo del CCNL istruzione e ricerca nel settore scuola. Sembra che si discuta di un aumento dell’orario di lavoro e incarichi aggiuntivi non retribuiti. A che punto è la trattativa?

Quando intorno ad una materia complessa come il rinnovo del CCNL per il settore scuola, un terzo di tutto il pubblico impiego, si assiste a una campagna sistematica di disinformazione sorge il dubbio che a non volere questo rinnovo siano in tanti.

Da una parte alcune organizzazioni sindacali che puntano a delegittimare il negoziato per rosicchiare qualche punto percentuale alle prossime elezioni delle RSU dall’altra un pezzo di establishment che non vuole il rinnovo perché non intende mettere in discussione la 107. Senza dimenticare che non rinnovare il contratto per la scuola lascerebbe nelle casse dello stato risorse ingenti magari da utilizzare diversamente in un prossimo futuro… forse qualcuno ci sta facendo un pensierino.

Comunque a parte le vere e proprie notizie false per cui staremmo per firmare il contratto nelle prossime 24 ore da circa due mesi -mai viste 24 ore così lunghe – peraltro un contratto che addirittura ridurrebbe il salario perché aumenterebbe le ore di lavoro (figuriamoci!), la cosa che preoccupa di più è la mancanza di un segnale univoco da parte del governo. Per firmare un contratto in tempi brevi è necessario che arrivino risposte soddisfacenti e altrettanto immediate alle nostre principali richieste.

 

Orario di servizio riguardante le attività funzionali
Su questo rinnovo contrattuale è trapelato che le attività funzionali all’insegnamento rischiano di avere altri carichi di lavoro obbligatori e non retribuiti, oltre quelli che già ci sono. In particolare il ruolo del Tutor di Alternanza Scuola-Lavoro e delle ore obbligatorie di formazione introdotte con la Legge n. 107/2015. Come stanno realmente le cose?

Nessuno di questi argomenti è stato oggetto di confronto in sede Aran. Il negoziato vero è partito mercoledì 16 gennaio sul tema delle relazioni sindacali. Fino a quel giorno gli incontri non avevano prodotto sostanzialmente nulla e si era assistito ad una trattativa che andava molto a rilento e poco produttiva. Per quanto ci riguarda non accetteremo nessuna ipotesi di aumento delle ore di attività funzionali, non c’è nessun incarico (neppure di tutor) che possa svolgersi senza retribuzione. Lo stesso principio vale per l’obbligatorietà della formazione. Anzi, tengo a precisare che noi sosteniamo la più ampia autonomia degli organi collegiali scolastici nel definire le attività e gli incarichi (anche l’incarico del tutor deve essere competenza del Collegio docenti), ferma restando la prerogativa della contrattazione di regolare criteri e modalità di conferimento e retribuzione. E sulla formazione si parte dal fatto che è il Collegio dei docenti a stabilire contenuti, durata e qualità dei corsi (anche il MIUR nella stessa prima applicazione della 107/2015 su tale materia ha convenuto con noi). Semmai andrà retribuito ciò che eccede la quantità della programmazione collegiali. Ma ripeto finora questi temi non sono stati dibattuti al tavolo negoziale. Mi sembrano più che altro tentativi finalizzati a far rendere difficile un negoziato che è già molto complicato per il fatto che c’è un blocco decennale nel suo rinnovo e le legittime aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori si sono fatte nel tempo più complesse. E comunque l’aumento dell’orario è stato escluso a chiare lettere anche dallo stesso accordo governo sindacati del 30 novembre 2016. E pertanto confermiamo oggi il rifiuto dell’aumento dell’orario che è già fu fatto a suo tempo.

Relazioni sindacali
Sembra che sul tema delle relazioni sindacali, come l’organizzazione del lavoro (assegnazione dei docenti alle classi e soprattutto ai plessi, orario, …) al momento, nella seconda bozza del contratto, ci sarà solo l’Istituto del confronto tra DS, RSU e sindacati firmatari del contratto. Ritiene sufficiente questa piccola apertura? Ritiene che si stia andando nella direzione auspicata con l’accordo del 30 novembre 2016?

In materia di rapporti di lavoro e di relazioni sindacali la stessa riforma Madia del Dlgs 165/2001 ha riconosciuto che la titolarità del contratto è piena e non discutibile. Si continua a voler fare confusione fra organizzazione degli uffici e organizzazione del lavoro mentre per noi la cosa è chiara (e dovrebbe esserlo anche per la controparte): la prima (organizzazione degli uffici) è di competenza dell’amministrazione; la seconda (organizzazione del lavoro) è di competenza della negoziazione. Noi siamo interessati alla prima nella misura in cui essa ha ricadute sul lavoro concreto delle persone e su questo vogliamo essere ascoltati, ma ciò che vogliamo contrattare è come si organizza il lavoro sulla base delle scelte dell’amministrazione. E allora assegnazione del personale ai plessi e, in generale, mobilità, formazione, articolazione dell’orario, devono essere tutte materie da contrattare nei vari livelli della contrattazione da stabilire insieme con l’ARAN nel Contratto nazionale che stiamo discutendo. Stiamo andando nella giusta direzione? Sono state superate alcune delle chiusure che avevamo incontrato nelle prime battute del confronto. Ci aspettiamo che si continui su questa strada.

Mobilità dal 2019/2020
All’ARAN si è parlato anche di blocco triennale della mobilità territoriale (non si comprende se questa cosa varrà per tutti e anche per la mobilità professionale). Non crede che sia un tentativo strisciante di riportare a regime il comma 73 della legge 107/2015, che con tanta fatica avevate modificato consentendo ai docenti di trasferirsi su scuola e non necessariamente su ambito?

Dagli accordi già siglati con specifici contratti, che peraltro hanno ricevuto l’approvazione degli organi di controllo, non si torna indietro. L’Accordo sulla mobilità del 2017-18, che è stato un buon contratto tanto da aver superato tutte le criticità gestionali generate dal famoso algoritmo del 2016-17 e aver consentito il trasferimento sulla singola scuola annullando in grandissima parte la cosiddetta chiamata diretta, è già stato prorogato per l’anno prossimo. Una parola chiara allora su triennalità/annualità. Si vuole fare la seguente operazione: siglare un contratto che non viene rinnovato ogni anno ma ogni tre anni sicché esso vige per un triennio, ma trasferimenti, assegnazioni provvisorie e utilizzazione debbono avvenire ogni anno, anno per anno. Dunque la nostra posizione è questa: il personale si può spostare ogni anno, il contratto sulla mobilità lo rinnoviamo ogni tre anni. Una chiara misura di semplificazione. Siamo invece disponibili a ragionare su misure che incentivino il personale a permanere nella stessa sede per più anni, senza presentare domanda di trasferimento.

Parte economica del contratto
In molti sostengono che al momento non ci sarebbero le risorse economiche per garantire nemmeno gli 85 euro lordi mensili e medi. Come stanno realmente le cose e quale potrebbe essere la cifra media a cui si potrebbe giungere se le risorse disponibili nella Legge 107/2015 entrassero in contrattazione e in particolare sul tabellare stipendiale?

Le risorse economiche che sono nella disponibilità del negoziato sono quelle che derivano dall’Accordo del 30 novembre 2016 e dalle poste stabilite nella Legge di bilancio 2018. Stiamo lavorando per garantire, già a partire dalle retribuzioni più basse, un aumento mensile di circa 85 euro che sarà più consistente in rapporto ai profili e alle anzianità. Questi incrementi devono andare sul salario fondamentale, sul tabellare, anche perché siamo a nove anni dall’ultimo contratto e la perdita del potere d’acquisto dei lavoratori è stata generalizzata. Per questa stessa ragione ogni ulteriore risorsa che possiamo reperire per noi dovrebbe andare a rinforzare il salario tabellare. I fondi della 107 (bonus, card docenti, formazione), come ho già detto in più occasioni devono rientrare a pieno titolo nell’alveo contrattuale.

Vertenza sindacale sul caso dei diplomati magistrali
Si parla di circa 6500 docenti entrati in ruolo, di altri 45 mila entrati nelle GAE con riserva e 25 mila a pieno titolo con diploma magistrale preso entro l’anno scolastico 2001/2002. La sentenza del Consiglio di Stato di fine 2017 ha creato un problema rilevante. Quali le soluzioni e quali i tempi per realizzarle?

La sentenza del Consiglio di stato ha creato una situazione inedita e gravissima. Si pensi appunto al fatto che da essa vengono messi in questione perfino docenti ormai assunti a tempo indeterminato. Una situazione che non può che essere risolta da un intervento politico. Il nostro pronto intervento presso il MIUR, a partire dalle prime ore in cui si è diffusa la notizia, ha già raggiunto un risultato: le situazioni in essere (contratti a tempo indeterminato o determinato che siano) intanto non si toccano perché occorre garantire la serenità di svolgimento dell’anno scolastico e la continuità didattica. Per il resto noi pensiamo che tutti gli interessi in campo debbano essere tutelati, sia il personale col diploma che quello con la laurea. Il nostro impegno va in questa direzione. Serve un provvedimento che nel tempo più veloce possibile costruisca un canale di accesso alle assunzioni in ruolo sia per i diplomati magistrali che per laureati in scienze della formazione primaria. Come FLC ci siamo battuti e continueremo a batterci per l’abrogazione del comma 131 della legge 107 che pone il limite dei 36 mesi di servizio ai contratti a tempo determinato senza prefigurare nessun percorso di stabilizzazione, ma aprendo le porte solo al licenziamento di fatto. È la politica che deve battere un colpo. La scuola dell’infanzia, la primaria sono state quasi del tutto ignorate dalla legge 107, nessun organico di potenziamento all’infanzia, nessuna riforma del reclutamento, esclusione dell’infanzia come d’altronde è accaduto per gli Ata dal piano straordinario di stabilizzazioni. Lo stesso sistema 0- 6 con queste premesse non ha le necessarie risorse per decollare. Dobbiamo andare nella direzione opposta.

I tempi per la firma del Ccnl
In conclusione cosa possiamo dire ai nostri lettori per fugare ogni timore circa le clausole irricevibili che sarebbero contenuti nel Ccnl e che tempi si prevedono per la firma?

Sulle clausole irricevibili: non firmeremo un contratto purchessia ma un contratto che restituisca dignità di tutti i lavoratori della scuola, valorizzi autonomia e collegialità in netta controtendenza all’autoritarismo della legge 107. Ma non intendiamo fare il gioco di chi questo contratto non lo vuole e non certo per fare il bene di chi lavora nella scuola. Sui tempi della firma: come dicevo prima il negoziato è all’inizio. Di fatto è stata affrontata solo e in senso molto lato la parte sulle relazioni sindacali, mentre sono ancora del tutto inesplorati molti altri argomenti come la docenza, gli Ata, la parte normativa, gli educatori e la parte economica. Tutti temi di grosso spessore che necessiteranno inevitabilmente di tempi discussione approfonditi. Del resto, come è nostro costume, noi non firmeremo nessun contratto, senza la consultazione dei lavoratori che ci dovranno dare il loro mandato. Questo accadrà alla chiusura del confronto, momento che speriamo accada quanto prima perché atteso da circa 1.200.000 lavoratori da quasi un decennio. Qualora dovessimo renderci conto di tattiche dilatorie per rallentare la trattativa o impedirne la conclusione, è nostra ferma intenzione valutare fin da ora e di concerto con le altre organizzazioni sindacali il ricorso alla mobilitazione generale.

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Bett2018

Bett2018

 La più importante mostra mondiale dell’Edu-technology. Cosa succede al BETT?

24 – 27 gennaio 2018
ExCel London

 

Ma cos’è il Bett?
Bett
 o Il Bett Show (precedentemente noto come il britannico Educational Training e Technology Show ) è un annuale fiera del Regno Unito di marketing information technology in formazione organizzato da Ascential . Il primo spettacolo Bett si è tenuto a Londra, in Inghilterra, nel 1985, e dal 2013 si tiene ogni anno a gennaio all’ExCeL di Londra.

Il primo Bett si è tenuto nel gennaio 1985 come ” Hi Technology and Computers in Education Exhibition ” presso il Barbican Centre , nel centro di Londra, in associazione con la British Educational Suppliers Association .

  • Lo spettacolo Bett del 1993 spostò le location dal Barbican Centre alle National e Grand Halls al centro espositivo Olympia . [1]
  • Il programma Bett del 2012 ha avuto la presentazione principale del Segretario all’Educazione Michael Gove .
  • Lo show 2013 di Bett ha spostato le location dal centro espositivo Olympia all’ExCeL di Londra .
  • Lo spettacolo Bett 2014 ha celebrato il suo 30 ° anniversario, che ha attirato 35.044 visitatori da 113 paesi. [2]
  • Lo spettacolo Bett 2015 ha introdotto la funzione “Bett Futures”, finalizzata a selezionare e promuovere 30 start-up di tecnologia educativa, selezionate da un panel di esperti educatori. [3] Tra i keynote presenters incluso anche il Segretario all’Educazione, Nicky Morgan .
  • Lo show 2017 di Bett ha visto il ritorno di Sir Ken Robinson [4] che aveva già pubblicato le note chiave nel 2015.

(da Wikipedia)

Ma cosa succede al Bett?

Per il 2018 stiamo celebrando il vostro impatto nella preparazione degli studenti di oggi per i lavori di domani e guardando al futuro dell’educazione. Ciò che verrà? E quali sono le competenze necessarie ai tuoi studenti per diventare Chief Neuro Data Cultivator?

Abbiamo anche un sacco di novità che non vediamo l’ora di condividere con voi … pensate alle nuove fantastiche funzionalità dello show, a un sito nuovo di zecca per la vostra pianificazione e lettura, e inventivi nuovi prodotti e contenuti che sicuramente cambiano il gioco.

 

Punti culminanti di Bett Show 2018

Lo spettacolo è ora aperto e in pieno svolgimento! In questi quattro giorni vedrai contenuti pieni di idee, ispirazione e innovazione futura. Inoltre, potrai provare l’ultima tecnologia e i nuovi prodotti lanciati esclusivamente in occasione di Bett 2018. 

Guarda questo spazio per gli aggiornamenti quotidiani delle attività dello spettacolo. 

Scegli il giorno in cui stai partecipando a Bett

 

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Smartphone in classe

Docenti Diplomati Magistrale, ecco le ultime novità

Docenti Diplomati Magistrale, ecco le ultime novità

da: https://www.miuristruzione.it/


Dopo la sentenza della consulta riguardante i Docenti Diplomati Magistrale ci sono state settimane molto tribolate e complicate sfociate poi nello sciopero generale dell’8 Gennaio 2018 a cui c’è stata un’elevata adesione proprio per via della sentenza che interessa una platea di circa 60.000 aspiranti docenti, dopo la sentenza è intervenuto anche il Ministero dell’Istruzione il quale ad oggi non ha preso nessuna decisione sulla sorte di questi docenti ma attende un parere dall’avvocatura dello stato per avere indicazioni precise su come agire e cosa fare, poichè trattasi di una situazione complessa anche sotto il profilo giuridico, il Ministero vuole infatti scongiurare i ricorsi in massa da parte dei Docenti Diplomati Magistrale.

Secondo le ultime notizie il Ministero dell’Istruzione ha avviato ha avviato un censimento coinvolgendo gli USR per avere un numero preciso dei docenti che hanno un contratto a tempo determinato al 30 giugno o al 31 agosto con clausola risolutiva relativa a quest’anno scolastico.

Nel frattempo le iniziative di protesta e di solideriatà nei confronti dei docenti si moltiplicano, sia per volontà dei sindacati ma anche da parte degli stessi insegnanti che si sentono vittime di una sentenza che a loro parere è ingiusta.

Secondo i sindacati il Ministero dell’Istruzione sta prendendo tempo per passare la patata bollente al prossimo governo ed evitare che la risoluzione di questa vicenda controversa ricada sulle spalle dell’attuale governo che ricordiamo da qualche settimana ha sciolto il parlamento in attesa delle imminenti elezioni amministrative che di fatto formerà il nuovo governo.

Per quanto riguarda i docenti iscritti nelle GaE e che hanno un contratto di supplenza, abbiamo già pubblicato dei dati non ufficiali, che di seguito vi riportiamo:

 

Docenti Diplomati Magistrale iscritto in GAE con Riserva

Sei tratta dei docenti che sono entrati in GaE a seguito di sentenza cautelare. Si tratta di 43.534 persone che attendono il parere dell’avvocatura dello Stato e la sentenza individuale di merito. Tra i rischi, la possibilità di essere esclusi dalle GaE ed essere inseriti solo nelle Graduatorie d’Istituto.

Docenti Diplomati Magistrale iscritti in Gae a pieno titolo

Sono 26.252, si tratta di docenti inseriti negli anni a seguito del conseguimento dell’idoneità tramite concorso o corso riservato. Questi docenti non rischiano l’espulsione dalle GaE.

Docenti Diplomati Magistrale con supplenze assegnate

Le supplenze che coinvolgono docenti inseriti in GAE con riserva sono: 23.356 incarichi al 30/6 o 31/8 e 20.110 supplenze brevi.

Secondo quanto dichiarato dal Ministero, quest’anno tali supplenze non saranno toccate e chi ne ha avuto incarico lo manterrà fino a fine anno.

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Apps, software e materiale didattico

1. Articoli, riflessioni pedagogiche, metodologiche e didattiche.

2. Apps & SW didattici - ambienti di apprendimento

3. Lezioni multimediali di supporto alle unità didattiche

TUTTORISORSE
2.Apps e software didattici, ambienti di apprendimento

Daum Equation Editor

Tra i vari  tool gratuiti per scrivere le formule matematiche segnaliamo Daum Equation Editor, App datata ma collaudata, affidabile e pratica.  Trattasi di un tool che la scrittura di un'equazione o di una formula con la terminologia e la sintassi matematica....

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Pixorize

Annotazione immagine semplificata. Creare, condividere e sfogliare le immagini annotate online. Pixorize è la piattaforma di annotazione immagini basata su browser in cui gli utenti possono caricare, annotare e condividere immagini online. Per le immagini, siamo la...

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Immagini libere su Pixabay

Cerca immagini libere su Pixabay e inseriscile nei tuoi documenti e presentazioni con un clic. Daniel Kis-Nagy Cerca immagini libere su Pixabay e inseriscile nei tuoi documenti e presentazioni con un clic. Hai mai desiderato rendere più vivaci le tue presentazioni o i...

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Bufale e Fake News

Il decalogo antibufala. Scuola, Boldrini e Fedeli presentano decalogo anti-bufale. Il progetto riguarderà 4,2 milioni di ragazzi Un decalogo contro le bufale, una cassetta degli attrezzi per permettere alle ragazze e ai ragazzi di difendersi dalle false notizie che...

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Cyberbullismo: schede didattiche

BULLISMO E CYBERBULLISMO da: parole ostili.com  Sono online le 100 schede di #ParoleOstili per insegnare con il #Manifesto della Comunicazione non ostile in classe. Realizzate con la collaborazione di oltre 250 insegnanti sono state presentate oggi da Rosy Russo...

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Il podcast in classe

Insegnare e apprendere con il Podcasting Una radio che può essere ascoltata, vista e letta   Il podcast a scuola, Radio social web. Realizzare un laboratorio di comunicazione e sfruttare le potenzialità informative e comunicative offerte dal web. Ripartire dalla...

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Arduino e strumenti vocali

 ARDUINO: comunicare con chi non ha voce. di Alfonso D'Ambrosio Soluzione #ArduinoCTC per la Scuola. Realizziamo un semplice ausilio per comunicare con chi non ha voce. Ne parlerò a Futura in un workshop sold out il 19 Gennaio in occasione del compimento del...

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LearningApps

Che cos'è LearningApps.org?   LearningApps.org è un'applicazione Web 2.0 volta a sostenere i processi didattici e di apprendimento tramite piccoli moduli interattivi. I moduli esistenti possono essere inseriti direttamente nei contenuti didattici, ma anche creati...

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