La privacy degli alunni
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Prima o poi doveva succedere: denuncia alla polizia postale
Video degli alunni sul web, la maestra viola la privacy”
Lo dicevamo da tempo nelle varie occasioni di formazione docenti sia a livello regionale che nazionale. Si percepisce in modalità diffusa la carenza di personale esperto in materia, complessa e soggetta a numerosi aggiustamenti nel tempo, nel mondo scuola. Il rischio è alto, soprattutto per quei docenti animati dall’idea di praticare una didattica contemporanea che ha il suo fulcro nelle tecnologie Didattiche con tutte le conseguenze del caso.
Pubblicare immagini di minori che facilitano la loro identificazione è un’azione impossibile: non basta una semplice liberatoria del genitore, il Garante lo ha affermato con chiarezza.
Ma il settore delle immagini e dei video non è l’unico scenario in causa. Consideriamo l’utilizzo di piattaforme, forum, siti personali.
Quanti insegnanti, animati da propositi costruttivi, hanno creato una piattaforma personale (esempio fra tutti Edmodo che fino a poco tempo fa andava di gran moda) inserendovi i dati personali dei propri alunni. Si può fare? sappiamo che in Italia solo a 14 anni è possibile avere un account di posta elettronica indispensabile ad iscriversi ad ambienti come Moodle.
I dati personali degli studenti dovrebbero appartenere ed essere gestiti dall’Istituto e non dai docenti. E’ come immaginare che un medico ospedaliero utilizzasse i dati dei pazienti per il suo studio privato? Senza considerare che in una piattaforma gestita privatamente possono confluire elaborati come temi contenenti situazioni personali o familiari.
Ci troviamo quindi di fronte a scenari complessi e delicati dove si cammina su campi minati con conseguenze importanti. Certo è che farlo con gli occhi bendati, senza l’adeguata preparazione e competenza, è un comportamento da evitare con grande attenzione.
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