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Didattica in Finlandia

Didattica in Finlandia

Tecnologie digitali, didattica finlandese al servizio dell’inclusione scolastica.

Prof. Luca Urso, Liceo Tito Livio – Milano

Combinando tecnologie informatiche, i metodi didattici sperimentati in Finlandia e a Singapore e svincolando l’apprendimenti dal tempo stiamo riuscendo a realizzare sia “Inclusione” che “didattica individualizzata”. Vi racconteremo come facciamo.

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Il podcast in classe

Il podcast in classe

Insegnare e apprendere con il Podcasting

Una radio che può essere ascoltata, vista e letta

 

Il podcast a scuola, Radio social web. Realizzare un laboratorio di comunicazione e sfruttare le potenzialità informative e comunicative offerte dal web. Ripartire dalla narrazione orale, primo passo cognitivo, per ridarle slancio e feedback motivazionali aumentati con le ICT.
Attestato riconosciuto dal MIUR, 2 Crediti Formativi.
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 Il ritorno del podcasting.
Podcast in classe: come motivare l’apprendimento imparando a lavorare in gruppo (ricercare, progettare, interagire, autogestirsi) in qualsiasi grado e ordine di scuola. Come migliorare l’uso della lingua orale e scritta, la propria dizione e la lettura in ambiti disciplinari e interdisciplinari a costo di realizzazione pari a zero. Come imparare a gestire la propria emotività tramite l’uso positivo, critico ed efficace delle tecnologie didattiche.
A dimostrazione della rapida ascesa dell’utilizzo del termine podcasting basti pensare ai risultati mostrati da Google per questo termine. Il 28 settembre 2004, cercando podcasting su Google, erano presenti solo 24 risultati. Tre giorni dopo, il 1º ottobre 2004, erano già 2750, e il 18 ottobre 2004 erano già più di 100.000. (da: wikipedia).
Oggi il suo impiego nella didattica s’impone con grande successo!


RIFLESSIONI

Da Edu-Tec – di Luca Piergiovanni

Il Podcasting didattico. COS’É?

Il podcasting è un sistema che, senza vincoli di luogo, spazio e tempo, permette di scaricare in automatico e in molteplici dispositivi, come pc o iPod, contenuti di vario tipo: audio, video, documenti scritti.

VALORE DIDATTICO
Rende i materiali reperibili a chiunque, ovunque e in qualsiasi momento, facilita l’apprendimento mediante supporti audio/visivi, stimolando e potenziando l’uso delle memorie visive e uditive. Garantisce una formazione continua. Permette l’approfondimento delle materie di studio o il semplice riuso del materiale didattico, attraverso il riascolto delle lezioni registrate.

AMBITI DI APPLICAZIONE Il Podcasting può essere applicato a qualsiasi grado e ordine di scuola, per la sua alta esportabilità, dovuta al costo di realizzazione pari a zero, e grazie alla sua versatilità.

TIPOLOGIE DI PODCAST
Podcast in lingua o come documentazione/pubblicizzazione del lavoro svolto dagli allievi e dagli insegnanti; Podcast di approfondimento o di recupero o sostegno; Podcast come luogo d’incontro e di scambio culturale, o come piattaforma online di contenuti per alunni ospedalizzati.

STRUMENTI PER CREARLO
Pc, microfono e videocamera. Software gratuiti come Audacity e Videospin. Hosting gratuiti come Podomatic.

L’utilizzo del podcasting si è affermato soprattutto nelle Università, dove i docenti mettono a disposizione le loro lezioni in formato Mp3 per coloro che non possono fre- quentare i corsi o anche per chi desidera un ripasso o un approfondimento degli argomenti trattati. La più grande piattaforma di distribuzione online di queste lezioni è quella lanciata dalla Apple, cioè iTunes U, dove si trovano i corsi universitari dei più importanti atenei del mondo .Negli ultimi anni, tuttavia, questo nuovo strumento tec- nologico è diventato oggetto d’attenzione anche di docenti di scuola, i quali non si sono limitati a registrare le loro lezioni, ma hanno iniziato a coinvolgere gli studenti fa- cendoli passare da fruitori a creatori di con- tenuti . E questo perché è stato riconosciuto l’alto valore educativo del podcasting .Nello specifico, il suo utilizzo a scuola favorisce il raggiungimento di certi obiettivi.

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Obiettivi relazionali ed emozionali.
Gli alunni:
1. imparano a lavorare come un gruppo unito, apprendono ad interagire e ad autogestirsi, affidandosi vicendevolmente compiti da portare a termine;
2. imparano a portare avanti un progetto che, oltretutto, li costringe a rispettare delle scadenze fisse (la produzione degli episodi radiofonici ha una scansione precisa);
3. imparano a gestire la propria emotività (davanti ad un microfono ce n’è sempre tanta), questo può aiutarli indirettamente ad autocontrollarsi durante le interrogazioni a scuola;
4. possono sentirsi più motivati ed interessati alle attività di apprendimento, dal momento che i giovani dimostrano generalmente propensione verso l’uso delle nuove tecnologie;
5. si educano ad un uso positivo, critico ed efficace di tecnologie che sono molto diffuse fra loro, ma che non sempre risultano usate con giudizio.

Obiettivi disciplinari.
Gli alunni:
1. si esercitano nell’uso della lingua orale e scritta. Il confronto con l’arte della scrittura e con la grammatica è continuo, poiché ogni materiale raccolto va poi trasformato in un dialogo radiofonico;
2. migliorano la propria dizione (l’inflessione dialettale non si dovrebbe sentire in radio). Si esercitano a usare efficacemente il tono della voce per colorire il racconto di sfumature e renderlo più comprensibile e imparano a utilizzare nel modo giusto le pause, come se fossero segni interpuntivi, indispensabili per conferire un senso al discorso.

Obiettivi legati all’informatica.
Gli alunni:
1. apprendono l’uso di strumentazioni come il mixer, nonché alcune tecniche di registrazione e di manipolazione dei file audio;
2. imparano a realizzare una trasmissione radiofonica;
3. apprendono come ricercare nella rete e abbonarsi ai Podcast, così come saperne costruire e realizzare uno, diventando autori ed editori di contenuti multimediali.

Obiettivi interdisciplinari.
Gli alunni:
1. le puntate prodotte possono essere tradotte in lingua inglese o arricchite da brani musicali, meglio se creati dagli alunni, con un evidente coinvolgimento di questi due discipline: musica e inglese;
2. in un podcast si possono alternare puntate dedicate alla letteratura con dei piccoli cortometraggi che rappresentino gli esperimenti scientifici realizzati in laboratorio durante l’ora di scienze.

Tipologie di podcast.
Secondo il diverso approccio a questo strumento didattico, possono esserci vari tipi di podcast. Ne cito alcuni:
• Podcast in lingua, per lo studio di una lingua straniera, attraverso l’ascolto delle lezioni registrate
• Podcast come documentazione/pubblicizzazione del lavoro svolto dagli allievi e dagli insegnanti
• Podcast di approfondimento o di recupero, per fornire spiegazioni ulteriori o più dettagliate su determinati argomenti disciplinari
• Podcast di sostegno per studenti dislessici o con gravi difficoltà di attenzione, attraverso la lettura di brani appositi
• Podcast come luogo d’incontro e di scambio culturale, tra scuole dello stesso territorio nazionale, ma anche di nazioni differenti
• Podcast inteso come piattaforma online di contenuti per alunni ospedalizzati o costretti per altri motivi a stare per un certo periodo lontani da scuola.

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Il Podcasting a scuola. Ambito di applicazione e creazione.
Il Podcasting può essere applicato a qualsiasi grado e ordine di scuola, per la sua alta esportabilità, dovuta al costo di realizzazione pari a zero, e grazie alla sua versatilità, poiché si va dalla recita di una fiaba da parte di un bambino alla preparazione di un format radiofonico con un gruppo di ragazzi. Ma come si crea un podcast e con quale attrezzatura? Vediamo. Un podcast è di semplice realizzazione, ed ha un costo minimo, poiché è sufficiente un computer, un microfono o una videocamera, nel caso si voglia produrre un videopodcast.
Si trovano poi in Rete strumenti gratuiti sia per la produzione che per la pubblicazione dei contenuti.

AUDACITY
Con l’attrezzatura pronta, è giunto il momento di registrare le vostre puntate! A questo scopo il software Audacity (http://audacity.sourceforge.net/download/?lang=it) rappresenta la migliore soluzione, grazie ai suoi innumerevoli effetti e funzioni. Potete manipolare i vostri file audio, arricchirli con dei brani musicali e migliorarli eliminandone i possibili difetti.
Un’agile guida su http://audacity.sourceforge.net/help/.

VIDEOSPIN
Si va sempre più verso una società videocentrica.
I nostri ragazzi filmano praticamente tutto, e molto spesso in modo sconsiderato. Aiutiamoli a produrre video creativi, da trasformare in un videopodcast! Ecco un software facile e veloce da utilizzare per manipolare i propri video. Si tratta Videospin
Pinnacle
(http://www.videospin.com/it/).

PODOMATIC
Un ottimo hosting gratuito per audio e video è Podomatic (http://www.podomatic.com/featured) . Si gestisce come un qualsiasi blog o sito web, e risulta molto facile da usare e con una grafica accattivante.
In sostanza, una volta che ci si è registrati al sito, si possono caricare facilmente i file
audio delle puntate e arricchire ciascuna registrazione con un titolo, un commento scritto, la vostra immagine-simbolo e i tags, ossia le parole chiave che permetteranno, a chi naviga sui motori di ricerca, di trovare il vostro podcast. In qualsiasi momento potrete modificare la vostra paginaWeb e tenere sempre sotto controllo il numero dei navigatori che l’hanno visitata e quanti download sono stati effettuati, senza contare poi che Podomatic, completamente gratuito nella versione basic, permette di inserire perfino documenti video e di testo in formato pdf.
Podomatic, infine, crea in automatico il file RSS che permetterà d’inserire il vostro podcast nei maggiori motori di ricerca e directory dedicati; grazie ad esso gli utenti abbonati potranno scaricare automatica.

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L’ESPERIENZA SCOLASTICA DI SAN CATALDO

L’ESPERIENZA DI LUCA PIERGIOVANNI

 

 

La ministra Valeria Fedeli, molto interessata, ha visitato vari stands calandosi nella situazione, assistendo alle lezioni come un comune corsista, indossando il visore 3D.

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Smartphone in classe

Smartphone in classe

Smartphone in classe. Passato l’iniziale entusiasmo, prendono corpo le numerose criticità non prive di fondamento scientifico.
‘Smartphone in classe? Danni alla concentrazione’. Intervista a Paola Vinciguerra (psicoterapeuta)

di Raffaele Barberio

Intervista a Paola Vinciguerra (psicoterapeuta): ‘usarli oltre le 6 ore al giorno influisce negativamente sulla concentrazione e genera disturbi fisici’. L’uso dei device personali per ‘uso didattico’ è un’iniziativa annunciata dal ministero dell’Istruzione, alle prese, in questi giorni, con una circolare per sdoganare lo smartphone in classe.

Mi confonde aver notato come nella Commissione insediata dalla ministra Valeria Fedeli, che doveva decidere sull’appropriatezza dell’uso degli smartphone in classe, non fossero stati invitati a contribuire nella decisione esperti con competenze sullo sviluppo cerebrale e psicologico dell’essere umano. Non mi pare di aver individuato nella Commissione neurologi, psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, e specialisti dell’età evolutiva. Come è possibile prendere decisioni di così grave rilevanza senza tenere in considerazione quale potrebbe essere l’impatto della decisione stressa sullo sviluppo cerebrale e di personalità dell’individuo? Come non si sia considerato questo come primo requisito rispetto alla decisione?”

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Il Web per amico

Il Web per amico

Il Web per amico.

UN USO RESPONSABILE DELLA RETE: MANUALE PER GENITORI
Poliziadistato

Internet, come sappiamo, è uno strumento sempre più utilizzato dai giovani perché rappresenta una straordinaria opportunità di informazione, apprendimento, svago e comunicazione che li supporta nello svolgimento delle attività quotidiane, dallo studio all’entertainment. Come ogni mezzo, oltre ai vantaggi, ha anche dei difetti: violenza, razzismo, pornografia, pedofili in agguato dietro chat, forum apparentemente innocui o linee telefoniche a pagamento celate dietro siti Web.
È necessario che i genitori ne sappiano di più sui meccanismi di Internet e sulla attrattiva che esercita sugli adolescenti. Così come i genitori scelgono i libri che compongono la biblioteca dei propri figli, approvano i contenuti che ritengono idonei per loro, ugualmente è giusto fare per Internet: visitare i siti, valutarne i contenuti e successivamente consentire ai ragazzi l’esplorazione. I genitori, confrontandosi con questa nuova tecnologia, possono dare indicazioni ai propri figli dei pericoli potenziali che si nascondono in Rete. È necessario parlare con franchezza ai ragazzi e lo si può fare solo se coscienti del funzionamento.
Così come ognuno dà ai propri figli delle regole su come dovrebbero comportarsi con gli estranei; su quali spettacoli televisivi, film e video guardare; in quali negozi entrare; quanto lontano da casa andare; allo stesso modo è importante stabilire regole per l’uso di Internet. Occorrerà anche assicurarsi che esplorare il Web non prenda il posto dei compiti, delle attività sociali o di altri importanti interessi.

Regole per un’esplorazione sicura
Proprio come dite ai vostri figli di essere diffidenti verso gli estranei che incontrano, dovete dir loro di essere prudenti con gli estranei in cui si imbattono in Internet.
È importante insegnare ai figli alcune regole base per un uso sicuro di Internet. Mai dare informazioni personali, quali nome, indirizzo, numero di telefono, età, razza, entrate familiari, nome e località della scuola, o nome degli amici. Mai usare una carta di credito on line senza il vostro permesso. Mai condividere le password, neanche con gli amici. Mai accettare un incontro di persona con qualcuno conosciuto on line. 

 

 

 

Mai rispondere a un messaggio che faccia sentire confusi o a disagio. Meglio ignorare il mittente, terminare la comunicazione e riferire quanto accaduto immediatamente a voi o a un altro adulto di cui si fidano. Mai usare un linguaggio offensivo o mandare messaggi volgari on line.
Se vostro figlio si imbatte in una brutta esperienza e viene a riferirvelo, lodatelo e ditegli che ha fatto la cosa giusta. Ricordatevi che i bambini hanno spesso la convinzione che sia colpa loro se qualcuno usa un linguaggio osceno o fa loro delle avances. Dite subito che non siete in collerae che non è assolutamente colpa loro. Ricordate ai vostri figli che non siamo circondati da persone cattive, ma che su Internet ci sono alcune persone che fanno cose sbagliate e che è fondamentale stare attenti, proprio come starebbero attenti se un estraneo li chiamasse al telefono, suonasse alla porta o li fermasse per strada.

Prosegue con:
UN USO RESPONSABILE DELLA RETE: MANUALE PER GENITORI pag. 6 Regole per un’esplorazione sicura pag. 7
Segnali d’allarme nei ragazzi pag. 9
Strategie da usare con i ragazzi Internet-dipendenti pag. 10
LA RETE pag. 12
Esplorare Internet Cosa si intende per esplorazione? Regole per un’esplorazione sicura? pag. 13
La posta elettronica pag. 14
Cos’è la posta elettronica? Cosa bisogna sapere per farne un buon uso? La chat Cos’è la chat? Come si usa la chat? pag. 15
Il blog Cos’è un blog? Cosa bisogna sapere? I giochi on line pag. 16
Cosa sono i giochi on line? Come si usano? Cosa bisogna sapere?
I CYBERBULLI pag. 17
Chi sono i cyberbulli? Suggerimenti per affrontare i cyberbulli
I CYBERPEDOFILI pag. 18
Chi è il cyberpedofilo? Suggerimenti da dare ai propri figli su come affrontare i cyberpedofili
BIBLIOGRAFIA pag. 19
APPENDICE pag. 20 La connessione a Internet Strumenti per la sicurezza e la protezione dei minori Strumenti per la sicurezza della Rete

Leggi il resto del documento.

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Orientamenti per l’apprendimento della filosofia

Orientamenti per l’apprendimento della filosofia

Orientamenti per l’apprendimento della Filosofia nella società della conoscenza.
MIUR
Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Presentati il documento sugli orientamenti per l’apprendimento della filosofia e una proposta di Sillabo di filosofia per competenze.
1 . Verso il rinnovamento metodologico

Le profonde trasformazioni avvenute negli ultimi decenni e le sfide poste dal complesso scenario della contemporaneità a livello internazionale e nazionale in termini di globalizzazione e migrazione, ridefinizione del capitale e del lavoro, rivoluzione tecnologica e informatica, stanno determinando un radicale cambiamento delle strutture economiche, sociali, politiche e culturali nei paesi occidentali. Da tempo la richiesta di competenze e professioni sempre più qualificate e innovative per tutti, in età scolare e lungo tutto l’arco della vita, avanzata dalla società della conoscenza, nonché la necessità di garantire a ciascuno il diritto allo studio e il successo formativo, posta dalla società democratica, stanno ridefinendo il ruolo del sapere e dell’educazione anche nel nostro paese. La recente Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione del 2015 opportunamente richiama tale scenario e indica in modo incisivo il compito dell’istruzione e la natura della funzione educativa per realizzare una scuola aperta, equa e inclusiva, in grado di rendere tutti gli studenti protagonisti della costruzione del proprio percorso di conoscenza oltre che cittadini autonomi e consapevoli.
Appare evidente che le finalità formative dettate al sistema scolastico nazionale dall’attuale impulso normativo rappresentano l’ambito di riflessione affinché ciascun professionista dell’educazione si interroghi sull’apporto che può dare alla realizzazione di un apprendimento focalizzato sull’attivazione di capacità e abilità tali da promuovere la partecipazione democratica e l’autonomia lavorativa della persona.

Per certi versi, la filosofia sembra sollecitata, forse più di altre discipline, a intraprendere tale riflessione, perché porta nella propria storia e nella rilevanza delle proprie dottrine il segno profondo della continuità tra sapere e agire. Non a caso da più parti si sottolinea la sua importanza nella formazione del capitale umano, culturale e sociale per il contributo ad alimentare libertà di pensiero, autonomia di giudizio, forza dell’immaginazione, e a sviluppare intelligenze flessibili, aperte, creative, indispensabili per orientarsi nel mondo.
In più, nella dimensione di internazionalizzazione dell’istruzione, l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta dalle Nazioni Unite nel 2015, col suo programma di azione per le persone e il pianeta teso a rafforzare la pace e la libertà, a combattere la povertà e la discriminazione, a realizzare pienamente i diritti umani di tutti, l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze, rappresenta un’ulteriore spinta a promuovere lo studio e la pratica della filosofia nellaformazione dei giovani e lungo tutto l’arco della vita.

Prosegue con:
Capitolo 2 Pensiero critico e dialogo
Capitolo 3 Filosofia e didattica per competenze
Capitolo 4 Filosofia e didattica integrata
Capitolo 5 L’apprendimento della filosofia nell’istruzione tecnica e professionale
Capitolo 6 Philosophy across the curriculum with CLIL
Capitolo 7 Le risorse di apprendimento: i nuovi strumenti e l’idea di un lessico
filosofico a costruzione cooperativa
Capitolo 8 Capacità critica e prove di esame
Capitolo 9 Filosofia, alternanza scuola lavoro, orientamento
Capitolo 10 La formazione dei docenti di filosofia nel quadro del rinnovamento

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Articoli, riflessioni pedagogiche, metodologiche e didattiche

1. Articoli, riflessioni pedagogiche, metodologiche e didattiche.

2. Apps & SW didattici - ambienti di apprendimento

3. Lezioni multimediali di supporto alle unità didattiche

TUTTORISORSE
1.Articoli, riflessioni pedagogiche, metodologiche e didattiche.

Didattica in Finlandia

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Sommari e menu digitali

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Altre categorie

Sommari e menu digitali

Sommari e menu digitali

 Il sommario o il menu di un’Unità Didattica Digitale, semplice o complessa, può rappresentare un valido strumento per agevolare non solo l’apprendimento ma un ottimo aiuto nell’identificare gli steps del percorso realizzativo. Occorre quindi progettarlo e integrarlo nei contenuti del corso con particolare attenzione.

Di seguito sei esempi per ispirare il tuo sommario:

1) Storyline 360: Sommario visivo multimediale

Questo esempio fornisce agli studenti un’anteprima dei contenuti del corso nel sommario, che li aiuta a ottenere l’insegnamento del corso.
Charles Hamper. Sviluppatore multimediale


Collegati cliccando sull’immagine (occorre il login)

2) Sommario autotracciante

Indicatore di avanzamento
Progress Tracker

Il sommario si aggiorna per tenere traccia dell’avanzamento dello studente.
David Anderson

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2) Sommario autotracciante

Ecco un modello elegante con un design elegante, caratteri di design (gratuiti!) E un menu personalizzato per tracciare i progressi degli studenti.
Nicole Legault

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4) Sommario gamificato

Sommario in grado di tracciare i progressi dell’alunno inclusi badge, statistiche sui risultati e altro ancora.
Evangelos Neochoritis

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5) Sommario sistema di menu personalizzato

Sommario in grado di tracciare i progressi dell’alunno inclusi badge, statistiche sui risultati e altro ancora.
Stephanie Harnett
Specialista dell’apprendimento digitale

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6) Sommario tattile stile Notecard

Sommario in grado di tracciare i progressi dell’alunno inclusi badge, statistiche sui risultati e altro ancora.
Ashi (Neha) Tandon

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Flipped Classroom

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La classe capovolta

Da Wikipedia

L’insegnamento capovolto è una metodologia didattica che si propone di rendere il tempo-scuola più produttivo e funzionale rispetto alle esigenze della società nella information era radicalmente mutata in pochi anni. I fautori di questo metodo ritengono che la rapida mutazione indotta dalla diffusione del web abbia prodotto un distacco sempre più marcato di gran parte del mondo scolastico dalle esigenze della società, dalle richieste del mondo delle imprese e dalle abilità e desideri degli studenti e delle loro famiglie. Si è osservato[1] anche che gli interessi degli studenti nascono e si sviluppano sempre più all’esterno dalle mura scolastiche. La rivoluzione internet ha permesso la diffusione massiva non solo del sapere scritto ma anche dei contenuti multimediali, rendendo possibile fruire da casa le lezioni/spiegazioni dei docenti. Dato che il sapere non è confinato tra le mura delle istituzioni scolastiche, i sostenitori di questa metodologia ritengono che sarebbe improduttivo trasmettere a scuola quello che è già disponibile a casa.

L’insegnamento capovolto propone quindi l’inversione dei due momenti classici, lezione e studio individuale:

– la lezione viene spostata a casa, sostituita dallo studio individuale;
– lo studio individuale viene spostato a scuola, sostituito dalla lezione in classe dove l’insegnante può esercitare il suo ruolo di tutor al fianco degli studenti.

Metodologia

L’insegnamento capovolto fa leva sul fatto che le competenze cognitive di base dello studente (ascoltare, memorizzare) possono essere attivate prevalentemente a casa, in autonomia, apprendendo attraverso video e podcast, o leggendo i testi proposti dagli insegnanti o condivisi da altri docenti. In classe, invece, possono essere attivate le competenze cognitive alte (comprendere, applicare, valutare, creare) poiché l’allievo non è solo e, insieme ai compagni e all’insegnante al suo fianco cerca, quindi, di applicare quanto appreso per risolvere problemi pratici proposti dal docente. Il ruolo dell’insegnante ne risulta trasformato: il suo compito diventa quello di guidare l’allievo nell’elaborazione attiva e nello sviluppo di compiti complessi. Dato che la fruizione delle nozioni si sposta a casa, il tempo trascorso in classe con il docente può essere impiegato per altre attività fondate sull’apprendimento attivo, in un’ottica di pedagogia differenziata e apprendimento a progetto. Il nuovo ciclo di apprendimento si può schematizzare così:

Il primo passo consiste nel cercare di attivare negli studenti l’interesse, la curiosità, il desiderio di conoscenza di uno specifico argomento. Questo passaggio è fondamentale perché non c’è apprendimento significativo senza coinvolgimento cognitivo ed emotivo degli allievi. Per l’insegnante si tratta perciò di problematizzare un tema, di trasporre i contenuti disciplinari da una forma espositiva, dimostrativa e risolutiva ad una dubitativa, ipotetica, il più possibile ancorata alla realtà, e lasciare agli studenti il compito di ideare e proporre una soluzione. Questa fase può svolgersi con modalità diverse e impegnare gli alunni fuori della scuola e prima della lezione, ma è anche possibile svolgerla in classe.
Si passa quindi alla fase nella quale gli studenti sono chiamati a mettere in atto, sia pur con forme e modalità adeguate alle loro capacità e al contesto, le strategie cognitive e le procedure di indagine proprie della disciplina oggetto dell’attività di apprendimento. Si tratta di sollecitare negli studenti quei processi di pensiero che sono alla base della costruzione delle conoscenze, esercitando il loro spirito critico, imparando a fare domande appropriate, a formulare ipotesi attendibili, a escogitare metodi per verificare le loro supposizioni. Questo si può attuare predisponendo un setting didattico che favorisca la ricerca di informazioni, la riflessione profonda, il confronto fra pari, la sperimentazione sul campo. Generalmente questa fase prevede la produzione di materiali e documenti da parte degli alunni, individualmente o in gruppo, che saranno poi utili nella terza fase. In questa fase il docente assume il ruolo del tutor, del méntore che assiste ogni alunno in base alle sue specifiche esigenze, una competenza importante di ogni buon insegnante che qui diviene centrale. Questa è la fase più interessante del metodo: un compito autentico (chiamato anche “di realtà”) oppure un compito creativo predisposto dall’insegnante in modo tale da consentire la divisione del lavoro in una logica di squadra.
Il ciclo si completa con una fase di rielaborazione e valutazione. Si tratta di un processo collettivo di riflessione e confronto su quanto appreso condotto dal docente attraverso il coinvolgimento di tutta la classe. L’obiettivo è quello di chiarire, rendere espliciti e consolidare gli apprendimenti partendo dall’analisi dei lavori che gli studenti hanno realizzato nella seconda fase. Qui l’insegnante svolge la funzione di stimolo e di moderatore del confronto, di facilitatore dei processi di astrazione e di formalizzazione di quanto appreso. È in questa fase che prendono corpo in modo più articolato attività di valutazione, anche se esse, in realtà, permeano tutte le fasi come prassi formativa continua attraverso l’osservazione e l’annotazione dell’operosità degli studenti in contesto, la valutazione, individuale e di gruppo, dei loro prodotti, con pratiche di co- auto- valutazione da parte degli alunni.

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